La tela del Papa

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CORRIERE DELLA SERA   22/3/04


Gaspare Barbiellini Amidei


La formula è semplicissima: «Il terrorismo è contro Dio». Con le parole ripetute ieri da Karol Wojtyla in San Pietro: «L’ amore è più forte dell’ odio e della morte». Quindi può vincere.


La Chiesa cattolica si sta preparando a un massiccio sforzo per un recupero di spazi di sicurezza nel mondo. Avrà una accelerazione il dialogo interreligioso, efficace stabilizzatore di convivenza. Si preparano nuove iniziative di intesa, usando i mezzi più moderni, anche attraverso consultazioni via Internet fra i vari episcopati e con i rappresentanti delle altre grandi religioni monoteiste. In questa strategia scompare lo spazio per ogni pur generosa ambiguità nell’ azione di pace di numerosi movimenti cattolici. L’ aggressione a Fassino che ha stravolto il festoso e candido senso del corteo romano sta innescando un doloroso meccanismo di analisi e forse di autocritica fra i cattolici che erano là sabato con le loro bandiere e il loro impegno non casuale. E’ gente che paga ogni giorno la propria coerenza alla fede cristiana con la fatica e con il rischio. In molti c’ è un filo che lega il lavoro di volontariato in Italia fra i poveri, i malati, gli stranieri, e l’ impegno in terre martoriate dalla guerra e dal terrorismo. E’ anche il cosiddetto «Terzo settore», sono persone che si incontrano non solo alle marce, non solo ad Assisi, ma anche in Bosnia, nel Kosovo, in Afghanistan, in Africa. I leader cattolici sono rimasti colpiti dall’ eterogenesi dei fini di alcuni accesi compagni di cammino nelle manifestazioni. Non poche fra le sigle ufficiali avevano evitato di aderire, ma c’ erano i loro iscritti, un popolo gioioso e davvero disarmato, che non ha alcuna affinità con chi ha cacciato il segretario del più grande partito della sinistra. Ieri l’ Avvenire ha avuto parole molto serene ma molto severe. Fra squadrismo e movimenti popolari cristiani non c’ è mai stato non dico un chilometro ma neppure un metro percorso insieme sotto nessuna bandiera. La grave situazione mondiale carica ogni cristiano di responsabilità e di obblighi di chiarezza nel rifiuto della violenza, anche psicologica e verbale. Prendere le distanze dagli estremismi, pur coperti da motivazioni etico-religiose, bandire il fondamentalismo, proprio da qua riparte la strategia antiterroristica della Chiesa. Ci sono in questi giorni contatti riservati e programmi pubblici. E’ previsto ai primi di giugno un viaggio in Svizzera. Da una tribuna tradizionalmente neutrale, Wojtyla lancerà ai giovani, convocati nello stadio del ghiaccio di Berna, un appello a farsi missionari di pace. Dieci giorni fa monsignor Renato Boccardo, segretario del Consiglio per la Comunicazione, addetto ai viaggi del Papa, è stato nella Confederazione. C’ è nell’ aria prima di Pasqua un altro intervento di rilievo, fondato su quattro punti: 1) Un rafforzamento dell’ identità cristiana, con stili di vita generosi e pacifici, favorisce lo sgretolamento dell’ odio fondamentalista. C’ è la convinzione che per contenere il fondamentalismo l’ Europa debba mostrarsi non meno cristiana ma più cristiana. Il continente deve realizzare cioè visioni del mondo né offensivamente materialistiche né rapaci in economia. 2) E’ necessario dare grande solennità all’ azione di contrasto al terrorismo islamico. Ci vorrebbero l’ impatto di un Concilio e l’ enfasi di un nuovo documento cristiano-musulmano-ebraico, come quello siglato anni fa ad Assisi con tutte le religioni del mondo. Ora l’ età affaticata del Papa non lascia margine a complesse procedure. Ma possono essere organizzate videoconferenze, la cui fattibilità si sta valutando. 3) Si muove l’ intero apparato ecclesiale. Accanto alla macchina diplomatica vaticana lavorano le conferenze episcopali nazionali e i consigli delle conferenze continentali. Sono migliaia di vescovi. 4)Contro il terrorismo la centralità dell’ Onu viene percepita come speculare a quella delle istituzioni religiose. Ne discende la distinzione fra la mobilitazione della Chiesa per la pace e il pacifismo generico.


Gaspare Barbiellini Amidei