L’Europa ordinò: Chiesa taci. Parte l’offensiva della lobby gay…

Il Parlamento europeo colpisce duro in nome dei diritti dei gay: con una mozione votata a maggioranza chiede la condanna degli atteggiamenti omofobi, diffusi in Europa, puntando l’indice direttamente contro la Chiesa cattolica, anzi più precisamente contro la Cei e il suo presidente, monsignor Angelo Bagnasco… Il Parlamento europeo colpisce duro in nome dei diritti dei gay: con una mozione votata a maggioranza chiede la condanna degli atteggiamenti omofobi, diffusi in Europa, puntando l’indice direttamente contro la Chiesa cattolica, anzi più precisamente contro la Cei e il suo presidente, monsignor Angelo Bagnasco. E lancia anche un appello ai Ventisette perché riconoscano le coppie dello stesso sesso, insomma il matrimonio tra gay, nonché la giusta depenalizzazione mondiale dell’omosessualità. La Chiesa non ci sta a incassare questo ennesimo affondo. A cominciare dai vescovi italiani – e da diversi cardinali di primo piano – che dicono basta agli attacchi «anticlericali e facinorosi» da parte di esponenti comunisti e verdi contro monsignor Bagnasco. In Italia e in Europa. Reagisce il mondo politico nostrano, con il centrodestra che insorge e l’Arcigay che parla invece di «lezione di civiltà» da parte dell’Europa.
SCHIAFFO EUROPEO
Tutto comincia da Strasburgo. Anzi, dalla Polonia, presa a pretesto per presentare una risoluzione comune – firmata da socialisti, liberaldemocratici, verdi e sinistra europea – e approvata con 325 voti a favore, 124 contrari e 150 astenuti, in cui appunto l’Europarlamento invita le autorità di Varsavia «a condannare pubblicamente e a prendere misure contro le dichiarazioni rilasciate da leader pubblici incitanti alla discriminazione e all’odio sulla base dell’orientamento sessuale». Più in generale, poi, il Parlamento condanna tutti «i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali» in quanto «alimentano l’odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo», si legge nel documento. Di conseguenza, invita le «gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli». Proprio in queste parole si è ravvisato l’attacco alla Cei e, in particolare, al suo presidente Bagnasco. Nel documento l’Aula lancia anche un appello alle cancellerie dei Ventisette affinché riconoscano le coppie dello stesso sesso e chiedono la depenalizzazione mondiale dell’omosessualità.
LA CHIESA NON CI STA
La reazione del Sir, l’agenzia stampa dei vescovi italiani, non si fa attendere, usando toni che testimoniano la voglia di abbandonare la linea soft e puntano decisamente il dito contro i deputati della sinistra italiana firmatari della mozione europea, ossia Vittorio Agnoletto e Giusto Catania di Rifondazione comunista, Monica Frassoni dei Verdi. «Proseguono, questa volta nella sede del Parlamento europeo per opera di una pattuglia di deputati comunisti e verdi, gli indecorosi attacchi al presidente della Cei monsignor Angelo Bagnasco»: comincia così infatti la nota del Sir pubblicata ieri. E quindi è tempo di «dire basta» a questi attacchi e a tutte le «argomentazioni pro- pagandistiche e vietamente antianticlericali di un pugno di facinorosi». Le alte gerarchie ecclesiastiche non rinunciano ad intervenire, anche se attenuando i toni. La Chiesa cattolica, nonostante alcune «pallottole di carta», gode di un rispetto maggiore in Italia di quanto accada nelle istituzioni dell’Unione europea, dichiara il cardinale vicario Camillo Ruini. Per il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, «le posizioni di monsignor Bagnasco sono state falsificate» e comunque «non c’è nessuna omofobia nella Chiesa cattolica, e sarebbe auspicabile che il pregiudizio nei suoi confronti finisse». Gli eurodeputati di sinistra chiamati in causa dal Sir, ossia Vittorio Agnoletto e Monica Frassoni, intervengono a loro volta, con alcune precisazioni. Che però, in fondo, non fanno che confermare le accuse dei vescovi. In particolare Agnoletto, in un comunicato, spiega: «La critica al presidente della Cei, monsignor Bagnasco, era contenuta in un paragrafo comune alle risoluzioni presentate dalla Sinistra Europea, dai Verdi, dai Socialisti e dai Liberali. Nella versione finale della risoluzione i quattro gruppi hanno deciso di sostituire quel paragrafo con un altro contenente una critica più ampia verso tutte le autorità di molteplici confessioni religiose che ultimamente hanno attaccato i diritti delle persone omosessuali».
di CATERINA MANIACI
LIBERO 27 aprile 2007