L’Europa e le moschee

In Europa poche moschee?
Falso, ecco tutti i numeri

Un recente studio, presentato ieri a Bruxelles ai sindaci delle maggiori città europee, dimostra che esiste un luogo di culto ogni 1840 musulmani. Come nei paesi islamici. E tra chiese e cristiani il rapporto è lo stesso.
Forse vale la pena di ricordare quanto, pochi giorni fa, ha affermato il Cardinale Vinko Puljić, Arcivescovo di Sarajevo e Presidente della Conferenza Episcopale Bosniaca: “I petrodollari aiutano a costruire molte moschee e centri islamici e provocano un cambiamento di mentalità: contro il cristianesimo e specialmente contro i cattolici”. “A fine ottobre, il Ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, ha detto a Sarajevo che lo scopo della politica turca è la nuova ascesa dell’impero ottomano nei Balcani, come nel XVI secolo: nessuna voce in Europa e in America si è levata in segno di protesta. A Fiume e a Colonia si dà il permesso per costruire le moschee e questo è giusto, ma perché nessuno guarda a come vivono i cattolici a Sarajevo o in Turchia? Occorre affermare la reciprocità, non contro qualcuno, ma positiva, per il bene di tutti”.

Quando i salottieri europei, anche cattolici, la finiranno di chiudere gli occhi davanti alla realtà?

I luoghi di culto islamici in Europa, comprese le moschee, sono pochi? Niente di più falso. Se si calcolano anche le musalla, le stanze di preghiera ricavate in maniera carbonara, esiste già un luogo di culto ogni 1.840 musulmani. Un dato che non si allontana di molto dai numeri delle parrocchie cristiane e dalle moschee nel mondo musulmano. Dall’Inghilterra alla Grecia passando per Spagna, Francia, Italia, Austria, Germania, Belgio, Olanda, Danimarca e Paesi del Nord esistono 9.090 moschee e luoghi di culto islamici per una popolazione musulmana di 16,56 milioni. Se ci aggiungiamo la Bosnia arriviamo a 10.957, in pratica un posto dove genuflettersi verso la Mecca ogni 1.650 abitanti.
«Un dato che appare sorprendente di fronte alla generica convinzione che i luoghi di culto islamici siano numericamente pochi» si legge nella ricerca, fresca di stampa, «Conflitti sulle moschee in Europa. Problemi politici e tendenze» di Stefano Allievi docente di sociologia a Padova. Lo studio finanziato dalla Network european foundation, consorzio delle più importanti Fondazioni private del vecchio continente, è stato presentato ieri a Bruxelles ai sindaci delle maggiori città europee. Dopo il “no” ai minareti della Svizzera si è parlato di colpo alla libertà religiosa, ma in realtà i luoghi di preghiera islamici spuntano come funghi in mezza Europa, anche se le moschee vere e proprie, con tanto di minareti, sono poche. Il grosso è rappresentato da stanze, appartamenti, scantinati, garage e centri islamici per i seguaci di Maometto.
In Italia, con una popolazione musulmana di 3,4 milioni, i luoghi di culto musulmani sono 749. In gran parte nel Nord e in Emilia Romagna sono 104, nonostante il ministero degli Interni ne abbia ufficialmente registrato poco meno di 300. Le moschee sono tre: quella in disuso di Catania, quella di Segrate alle porte di Milano e il Centro islamico culturale di Roma inaugurato nel 1995. Altre 5 sono in fase di progettazione o di costruzione, spesso fra mille polemiche, come quella di Colle val d’Elsa, in Toscana.
Nei 14 Paesi europei analizzati nella ricerca «Conflitti sulle moschee» la Bosnia, con il 40% della popolazione di fede islamica, è ovviamente un caso a parte. Mentre è la Germania a detenere il primo posto fra i Paesi «occidentali» con 2.600 luoghi di culto islamici. Grazie agli immigrati turchi è il secondo Paese europeo per popolazione musulmana (7,2 milioni). Non solo: i tedeschi ospitano 66 moschee e altre 200 sono in costruzione o in fase progettuale. La Francia, però, ha il primato occidentale nel vecchio continente con un numero di moschee fra le 100 e le 200, mentre altre 60 sono in costruzione. In compenso i luoghi di culto musulmani sul territorio francese risultano ben 2.600 con l’8% di popolazione islamica.
L’Olanda, che un tempo finanziava la costruzione di minareti, ha voltato pagina dopo l’omicidio del regista Theo van Gogh. Sul territorio olandese ci sono comunque 100 moschee, altre 15 progettate e 432 luoghi di preghiera islamici. La Gran Bretagna, dove il terrorismo in franchising ispirato ad Al Qaida fa proseliti, i dati non sono precisi. Si contano fra 850 e 1.500 luoghi di preghiera, dei quali un massimo del 20% sono vere e proprie moschee. I Paesi del nord Europa, nonostante lo stereotipo della tolleranza, hanno non pochi problemi. In Danimarca esiste il doppio dei luoghi di culto islamici (115) rispetto alla Svezia, nonostante la popolazione musulmana sia la metà.
Dalla ricerca sulle moschee in Europa emerge che nei 14 Paesi studiati vivono oltre 18 milioni di musulmani con 10.957 luoghi di preghiera. In pratica una musalla o moschea ogni 1.650 maomettani. Secondo Allievi, autore della ricerca, «in Europa non c’è un problema di libertà religiosa per i musulmani. Anche se in alcune aree specifiche, come il Veneto e Lombardia, esistono una cinquantina di casi contrari». I dati comunque dimostrano che i luoghi di culto islamici sono in espansione nonostante il “no” svizzero. «Me l’aspettavo, anche se nelle città come Zurigo, dove esistono già i minareti, hanno vinto i “sì” – ha spiegato Allievi -. In Europa i luoghi di culto islamico continueranno comunque ad aumentare seppure in percentuale minore rispetto al passato. Quando si apre una moschea la clientela non manca mai».
 
di Fausto Biloslavo
www.faustobiloslavo.eu
Il Giornale martedì 01 dicembre 2009