Inghilterra: vietato mostrare crocifisso a scuola

Porta il crocifisso al collo ragazza sospesa da scuola 


Una studentessa inglese è stata sospesa da scuola per essersi rifiutata di spogliare il crocifisso che portava al collo.

Una studentessa inglese è stata sospesa da scuola per essersi rifiutata di spogliare il crocifisso che portava al collo. L’episodio è avvenuto in una scuola di Derby (Inghilterra), denunciato dalla madre della ragazzina che ora accusa il preside della Sinfin Community School di discriminazione religiosa. E in Gran Bretagna è già scoppiata la polemica. Nell’istituto inglese – ha spiegato un portavoce della scuola – è in vigore un regolamento interno che vieta agli studenti di indossare ogni tipo di gioiello durante le ore di lezione.  Orecchini, anelli, braccialetti e collanine, tutti al bando. Così quando giovedì scorso il vice-preside si è accorto del pendolo a forma di croce al collo di Sam Morris, 16 anni, le ha chiesto di toglierlo. Inutilmente. Perché se agli occhi dei responsabili della scuola quel crocifisso appariva come un semplice pendente, quindi un gioiello da vietare, Sam si è impuntata sottolineandone il valore religioso. E ha quindi preteso che le dovesse essere riconosciuta una deroga, esattamente come già successo – nello stesso istituto – per gli studenti sikh,  cui è consentito di indossare liberamente sia il tradizionale spadino cerimoniale che i braccialetti tipici della loro fede, i kara. Convocata d’urgenza dal preside, neppure di fronte alla minaccia di un’immediata sospensione Sam ha acconsentito di spogliare il ciondolo, finendo per essere spedita anzitempo a casa. Una decisione che ha scatenato l’ira della madre Debra, 37 anni. «Sam indossa quella collana da oltre tre anni e mai prima d’ora nessuno le aveva chiesto di spogliarla. E comunque è un suo diritto non toglierla – ha dichiarato al quotidiano Daily Telegraph -. Sam crede che sia semplicemente ingiusto che vengano adottate misure differenti a seconda della religione di appartenenza. Queste discriminazioni creano divisioni tra i ragazzi».
Nonostante consideri sua figlia vittima di una profonda ingiustizia, lunedì scorso la signora Saunders ha preferito che la figlia si presentasse nuovamente a scuola, senza crocefisso al collo. Ma ha promesso che continuerà la sua battaglia in altre sedi. Howard Jones, vice-preside dell’istituto, ha giustificato la sospensione con l’ostinazione della studentessa.  «Abbiamo cercato di persuaderla, e le abbiamo dato tutto il tempo necessario per riflettere. Solo alla fine, non senza riluttanza, siamo stati costretti a sospenderla. Dopo aver parlato con la madre, comunque, abbiamo deciso di riammetterla». Il professor Jones ha inoltre difeso il regolamento giudicandolo «comprensibile ed equo». «La maggior parte dei nostri allievi capisce che i sikh possono indossare lo spadino ed un braccialetto perché la loro religione glielo comanda. Il cristianesimo tuttavia non obbliga i suoi seguaci ad indossare alcun simbolo»,  ha spiegato il vice-preside. Ma la decisione di punire Sam non solo ha fatto infuriare numerosi esponenti religiosi, ma anche lasciato perplessa l’amministrazione comunale della città inglese. «È legittimo vietare il crocifisso e, nel contempo, consentire altri simboli religiosi. Però queste decisioni dovrebbero essere assunte sempre con la massima cautela. Per alcune persone indossare una croce è un gesto profondamente religioso di cui bisogna tenerne conto». Più duro il commento della parlamentare conservatrice Anne Widdecombe, che ha definito la situazione «folle», liquidando il preside del liceo come un «profondamente ignorante».


di Lorenzo Amuso
Il Giornale n. 290 del 07-12-2005