In Lussemburgo c’è un cattolico…

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Henry, il no all’eutanasia può costargli la corona

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Crisi istituzionale in Lussemburgo. Henri, Granduca dal 2000, cattolico praticante, rifiuta di firmare la Legge a favore dell’eutanasia. Il governo vuole togliergli tutti i poteri. Il primo ministro, il cristiano-sociale Jean-Claude Juncker, vuole privarlo di ogni potere. Per questo, infatti, il primo ministro ha proposto una modifica della Costituzione. La modifica costituzionale dovrà ottenere il consenso di due terzi del Parlamento. Il Lussemburgo abitato da 480 mila abitanti, per l’85 per cento cattolici, potrebbe divenire il terzo Paese europeo dopo Belgio ed Olanda a depenalizzare l’eutanasia.

 

Il Lussemburgo, uno dei sei membri fondatori dell\’Europa comunitaria, è vicino alla crisi istituzionale a causa della decisione del granduca Henri, 53 anni, di non controfirmare il testo della nuova legge sull\’ «accompagnamento alla morte», che prevede situazioni di sostanziale eutanasia. Il sovrano, che è al potere dal 2000, ha informato i leader parlamentari che la sua coscienza cristiana gli impedisce di compiere un gesto del genere. E il pensiero di tutti è immediatamente andato a quanto accadde nel 1990 in Belgio, dove il cattolicissimo re Baldovino si fece da parte per un giorno allo scopo di non apporre la propria firma sulla legge che legalizzava l\’aborto. Dopo quelle brevissime «dimissioni a tempo», il sovrano belga riprese il proprio posto sul trono e tutto andò avanti come prima.
La situazione del granducato sembra più complessa perché il Parlamento ha colto la palla al balzo, decidendo di ridimensionare il ruolo politico del granduca. Per non mettere la propria firma sulla legge, che legalizza l\’eutanasia, Henri rischia insomma di perdere qualche piuma. I suoi sostenitori pensano che il gioco valga la candela ed esaltano la coerenza morale di un uomo che non si è piegato neppure di fronte al voto parlamentare. Però il Lussemburgo è una monarchia costituzionale e alla fine sono i rappresentanti eletti dal popolo a determinare il contenuto delle leggi. Dunque Henri vedrà il proprio ruolo ulteriormente assottigliato.
Il primo ministro- il cristiano-sociale Jean-Claude Juncker, che ha anche un importante ruolo comunitario in quanto presidente dell\’Eurogruppo – ha replicato al sovrano con parole molto ferme. «Io capisco – ha detto Juncker – i problemi di coscienza del granduca, che più o meno sono anche i miei. Ma io penso che se la Camera dei deputati vota una legge, questa debba poter entrare in vigore». Il disegno di legge relativo all\’eutanasia è stato adottato lo scorso febbraio dai deputati, malgrado il voto contrario degli stessi cristiano-sociali guidati da Juncker. Ora l\’assemblea parlamentare è chiamata a votare in seconda lettura lo stesso documento, che – per avere effetto di legge – dovrà essere controfirmato e promulgato dal sovrano. La decisione di quest\’ultimo di ostacolare il cammino del provvedimento, con un atteggiamento che alcuni chiamano «sciopero del granduca», sta spingendo la maggioranza del Parlamento a studiare una riforma istituzionale destinata a ridurre sensibilmente il potere discrezionale della corona. Il granduca resterà al proprio posto, ma non sarà più nelle condizioni di «scioperare» contro il Parlamento: in pratica gli verrà tolto ogni potere di firma sui provvedimenti legislativi.
Le polemiche di questi giorni costituiscono un\’autentica tempesta nelle acque, tradizionalmente tranquille, della politica lussemburghese. Il granducato si trova tra Belgio, Francia e Germania. I suoi 470 mila abitanti sono tra i cittadini più ricchi dell\’Unione europea. La famiglia regnante è nota per la sua osservanza cattolica, puntualmente riaffermata in questa occasione.
di Alberto Toscano
Il Giornale n. 290 del 2008-12-04 pagina 17

Dopo il no del Granduca Henry alla Legge sull’eutanasia il Lussemburgo vuole cambiare la Costituzione

Crisi istituzionale nel Lussemburgo dopo il rifiuto espresso lunedì scorso dal Granduca Henry di firmare, per ragioni di coscienza, la legge sulla legalizzazione dell’eutanasia nel piccolo Regno nel cuore dell’Europa. Il servizio di Roberta Gisotti.
Terremoto nei vertici istituzionali del Lussemburgo dopo il ‘no’ del Granduca Henry, cattolico, a sottoscrivere il testo che se approvato dal Parlamento, in seconda lettura entro dicembre renderà legale l’eutanasia. Per ovviare al rifiuto del Granduca di legittimare il provvedimento, come previsto dalla Costituzione del piccolo Stato retto da una Monarchia costituzionale, il premier Jean-Claude Junker ha proposto di emendare la Costituzione, cosicché il sovrano perda il suo potere di veto. Il premier Junker, leader dei cristiano sociali, si era opposto anche lui alla legge sull’eutanasia, quando in prima lettura nel febbraio scorso, aveva spaccato la Camera con 30 voti a favore contro 26. Dopo una fase di attesa e serrate consultazioni, il premier – che pure aveva parlato della questione con il Papa nell’udienza in Vaticano nel marzo scorso – ha voluto così rispettare – a suo dire – la volontà del sovrano e pure gli interessi del Paese. La modifica costituzionale dovrà ottenere il consenso di due terzi del Parlamento. Il Lussemburgo abitato da 480 mila abitanti, per l’85 per cento cattolici, sarà il terzo Paese europeo dopo Belgio ed Olanda a depenalizzare l’eutanasia per i malati terminali, con gravi sofferenze fisiche e psichiche e senza prospettive di miglioramento, con l’assistenza di almeno due medici e di un gruppo di esperti. Il Granduca Henry, 50 anni, da otto sul trono del Lussemburgo, sposato con Maria Teresa sua compagna universitaria, padre di 5 figli, non ha dunque ceduto alle pressioni del Parlamento, confortato dalla fede, come mette in luce l’arcivescovo del Lussemburgo, mons. Fernand Frank, al microfono di Hèlene Destombes:
R. – Il Granduca, secondo la sua coscienza, non ha potuto firmare questa legge, e questo non si è mai avverato, è la prima volta; il Granduca ha dimostrato in tal modo di essere un uomo con dei principi, che agisce secondo la propria coscienza – la coscienza dei cristiani – e credo che quella che il Granduca ha dato è una grande testimonianza. Il primo ministro ha proposto una modifica della Costituzione: secondo l’articolo 34 della Costituzione, il Granduca sanziona e promulga le leggi. Adesso la modifica consisterà nell’eliminare questo passaggio. E’ stato un sollievo, così la crisi istituzionale è stata evitata; pensate, un piccolo Paese in un periodo di crisi finanziaria che avrebbe potuto avere in più una crisi istituzionale.

D. – Come avete reagito riguardo a questo gesto molto forte del Granduca, che cosa significa?

R. – Per la prima volta il Granduca si è confrontato con questo problema; cioè, ci sono delle leggi sull’economia, sul traffico… ma qui si tratta di una legge che mette in gioco la vita umana.

D. – Com’è stato vissuto tutto questo dibattito su questa legge che legalizza l’eutanasia in alcune condizioni?

R. – Noi, come Chiesa, ci opponiamo; la Chiesa spera che la dignità umana venga rispettata e che si possa morire nella vera dignità, stringendo la mano ad una persona, e non morendo per mano di una persona.

RADIO VATICANA 04/12/2008 14.07.57