Il Vescovo di Civitavecchia commenta le dichiarazioni di Prodi…

INTERVISTA


Il Vescovo: «Scelta grave, occorre ribellarsi»


Mons. Girolamo Grillo, Vescovo di Civitavecchia, commenta le dichiarazioni di Romano Prodi sui «patti civili di solidarietà» per la tutela giuridica delle coppie di fatto…


di Andrea Tornielli

«Penso che questa presa di posizione alla fine si rivelerà controproducente per chi l’ha fatta». Così il vescovo di Civitavecchia-Tarquinia, Girolamo Grillo, commenta le dichiarazioni di Romano Prodi sui «patti civili di solidarietà» per la tutela giuridica delle coppie di fatto. Le parole del leader dell’Unione, che ha detto di condividere la proposta di istituire i «Pacs» presentata da 61 parlamentari del centrosinistra, hanno suscitato una dura reazione dell’Osservatore Romano e ha innescato l’ennesima polemica politica dell’estate.


Eccellenza, che cosa pensa di questa presa di posizione, peraltro non nuova, del candidato premier dell’Unione?


«Come cattolico, Prodi a mio avviso ha fatto male a dire ciò che ha detto e confesso che non mi aspettavo riproponesse quelle posizioni. Mi aveva colpito negativamente anche quanto aveva detto prima del referendum sulla fecondazione assistita annunciando pubblicamente che si sarebbe recato alle urne: una scelta definita da “cattolico adulto”, nonostante l’indicazione della Chiesa.  Anche in quel caso le sue idee, in realtà, hanno lasciato molto perplessa buona parte del mondo cattolico».


Perché la Chiesa si oppone anche ai «Pacs»?


«Perché si tratta di aperture dalle conseguenze imprevedibili. Il divorzio introdotto in Italia ha portato allo sfascio della famiglia. Poi l’aborto ha avuto conseguenze ed effetti devastanti. Ecco, sulla scorta di quanto già accaduto nel nostro Paese si può legittimamente pensare che i patti civili di solidarietà siano un primo gradino per arrivare poi a scelte come quelle del governo Zapatero.
È come in un mosaico: può bastare che venga tolto un tassello per far crollare tutto. Ritengo grave che un cattolico si presti a questo e come cattolico mi ribello…».


Non crede che sia giusto offrire qualche forma di tutela giuridica alle coppie di fatto?


«Non escludo che si possano cercare delle forme giuridiche di tutela, a patto che non si presentino in alcun modo come tutela della coppia in quanto tale. È un questione delicata e seria, che va affrontata con molta attenzione: non escludo certo a priori la possibilità di studiare qualche agevolazione,  ad esempio per l’eredità. Ma questo va regolamentato con interventi di natura diversa, senza “patti” che assomiglino a un matrimonio. E queste agevolazioni devono riguardare non soltanto le “coppie” in senso stretto, ma anche persone – pensiamo ad esempio a due anziani – che decidono di vivere sotto lo stesso tetto magari soltanto per aiutarsi economicamente, pur senza avere una relazione».


Cosa accadrà se la proposta diventerà parte del programma di governo dell’Unione?


«L’uscita di Prodi sarà controproducente.  Spero che i cattolici si sentano chiamati a votare – nell’uno e nell’altro schieramento – candidati che possano impedire l’approvazione di una legge come questa. Mi auguro che i cattolici, nei vari partiti, sappiano agire trasversalmente per contrapporsi alla proposta e farla fallire».


Prodi ha ricordato che i «Pacs» ci sono in molti altri Paesi europei. Lo stesso Parlamento europeo ha raccomandato di riconoscere le coppie di fatto e le coppie gay…


«L’Unione Europea talvolta fatica a trovare un accordo su materie come politica estera, difesa, politica economica. Ma interviene invece in ambiti che richiederebbero di non diminuire autonomia e competenze delle singole nazioni sulla base delle loro proprie storie e culture».

Il Giornale n. 217 del 13-09-2005