I finiani stoppati dalla Lega

La nuova proposta dei finiani:
«Ora di religione islamica»

"Sulle tematiche dei diritti degli omosessuali ho lavorato molto più e molto meglio con Gianfranco Fini. Senz\’altro il presidente della Camera è più coraggioso del segretario del nostro partito". Lo ha detto, in un\’intervista al Corriere della Sera, Paola Concia del Pd, relatrice della proposta di legge che voleva introdurre il reato di omofobia bocciata alla Camera. Non si fatica a crederlo, dato che i “finiani” presenti in Aula hanno votato con il Pd…
Oggi giunge la notizia di un’altra iniziativa dei “finiani”: l`introduzione dell`ora di religione islamica facoltativa nelle scuole pubbliche.
Un’iniziativa che – grazie a Dio – riceve l’immediata stoppata dalla Lega.
Chiederemmo al Sig. Gianfranco Fini ed ai suoi amici di leggersi durante il fine settimana l’articolo pubblicato oggi su Il Giornale: La colpevole indifferenza dei cristiani. Probabilmente sarà inutile, ma la speranza è l’ultima a morire…

Introdurre nelle scuole pubbliche e private, un’ora di religione islamica, alternativa a quella cattolica.
 
ASOLO (Treviso) — L’ora di religione? Cattolica, ma anche islamica. L’idea è del viceministro Adolfo Urso, che propone l’introduzione nelle scuole pubbliche e private di una nuova materia, facoltativa e alternativa a quella cattolica, per evitare di lasciare i piccoli musulmani «nei ghetti delle madrasse e delle scuo­le islamiche integraliste». Si parla molto di Islam ad Asolo e non potrebbe essere diversamente, visto che qui si svolge il workshop «Le nuove politiche per l’immigrazione», seconda edizione dei «Dialoghi asolani», laboratorio di confronto bipartisan animato dalle Fondazioni FareFuturo e ItalianiEuropei e dai rispettivi politici di riferimento, Gianfranco Fini e Massimo D’Alema.«Eccoci qui ad Asolo, nel covo di congiurati», scherza Lucia Annunziata, riferendosi ai timori di un patto tra­sversale che scardini l’attuale maggioranza e rivolgendosi all’intervistato Beppe Pisanu. «Domani ne arrivano altri due», risponde a tono l’ex mi­nistro. Che naturalmente ne­ga complotti: «Se il dialogo non viene praticato neanche nel buio di questa crisi, c’è davvero da temere per l’avve­nire del Paese».
PER ATTIRARE NELLE SCUOLE I RAGAZZI MUSULMANI – E il dialogo parte, con il segretario gene­rale di FareFuturo Urso: «Potrebbe essere utile, per attirare nei nostri istituti i ragazzi musulmani, prevedere un’ora di storia della religione islamica». E gli insegnanti? Saranno imam? «Dovrebbero essere docenti riconosciuti, italiani che parlano in italiano. Al limite anche imam, a patto che abbiano i requisiti e che siano registrati in un apposito albo. Stiamo parlando di insegnanti reclu­tati con criteri pubblici». Nel documento di ItalianiEuropei, a cura di Marcella Lucidi, sul tema ci si tiene più sul vago, auspicando «una riflessione non occasionale» e chiedendo un insegnamento che «promuova la conoscenza della cultura e della religione di appartenenza dei ragazzi e delle loro famiglie». Urso rilancia anche l’idea di «classi miste temperate» e dice no al velo negli uffici pubblici.
NORME SULL\’IMMIGRAZIONE – Ma è soprattutto sulle norme per l’immigrazione che si colgono grandi punti di con­vergenza. A leggere il paper di FareFuturo, a cura di Valentina Cardinali, si coglie subito un dissenso netto dalle posizione leghiste: «No a scontri di civiltà e no alla strumentalizzazione delle paure». Ma si nota anche una divergenza con Silvio Berlusconi, che ha dichiarato di essere contrario a un Paese «multietnico»: «L’Italia già da alcuni decenni è senza dubbio un paese multietnico » spiega il dossier. FareFuturo cita il progetto di legge bipartisan Granata-Sarubbi e lancia alcune propo­ste: cittadinanza dopo cinque anni, in cambio di esame di lingua e test di cultura, diritto di voto amministrativo, status giuridico a 10 anni per i figli di immigrati nati in Ita­lia, meno discrezionalità dell’atto di concessione. Non che FareFuturo rinneghi le politiche di contrasto del go­verno, a partire dal reato di clandestinità e dai respingimenti: «Ma sono solo una fac­cia della medaglia – spiega Urso – . Servono anche integrazione e cittadinanza e dobbiamo allargare le maglie sui flussi». Il dossier di ItalianiEuropei concorda in alcuni punti (cittadinanza, diritto di voto), in altri va oltre (cittadinanza subito ai figli degli stranieri nati in Italia) e lancia il concetto di «cittadinanza sociale», chiedendo di svincolare il per­messo di soggiorno dalla du­rata del contratto di lavoro. Non è escluso che oggi, presenti D’Alema e Fini, si pongano le basi per arrivare a un documento congiunto.
 
di Alessandro Trocino
Corriere della Sera 17 ottobre 2009
 
 
 
Il viceministro leghista delle Infrastrutture
Castelli: «È soltanto un’idea strumentale e inaccettabile»
Lanciano provocazioni per seminare zizzania. «Non è neanche da prendere in considerazione»
 
ROMA — «Mi sembra solo una provocazione». Roberto Castelli senatore della Lega e vice ministro alle Infrastrutture – pensa che l’idea dell’ora di religione islamica a scuola «non sia neanche da prendere in considerazione».
Perché?
«È una proposta strumentale. Penso che nemmeno ad Urso, a Fini e ai suoi importi nulla di questo problema. Perché privilegiare gli islamici e non altri gruppi che pure sono in Italia?».
Perché sono molto più numerosi degli altri ed in questo modo si potrebbe favorire l’integrazione.
«No, no, è solo una provocazione. Guarda caso arriva pochi giorni dopo l’attentato di Milano, proprio per suscitare una nostra reazione e seminare zizzania. Sono giochini tristi e prevedibili. Mi viene in mente Follini».
Follini?
«Sì, il Follini del 2004 quando, mandato avanti da Casini, cercava solo di creare problemi alla maggioranza sui temi più diversi ma sempre a prescindere dalla sostanza delle cose».
Da quella maggioranza Follini e Casini sono usciti. Pensa che finirà nello stesso modo?
«Non mi interessa, adesso la maggioranza è molto più solida di allora. Ma Fini ha avuto un’accelerazione che lo mette fuori dal comune sentire del Popolo della libertà».
E qual è il comune sentire del Pdl? «Occuparsi dei problemi della crisi e della finanza pubblica, come il governo sta già facendo. L’ora di religione islamica non è nel programma, non esiste. Chi ne parla ha in mente altre cose».
 
di Lorenzo Salvia
Corriere della Sera 17 ottobre 2009