Cultura di accoglienza verso gli immigrati, cautele con gli islamici

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Città del Vaticano (AsiaNews) – Non bastano provvedimenti normativi che risolvano questo o quel problema: verso gli immigrati; va superata la “paura” che, più o meno consciamente, c’è nei loro confronti, a favore di una “cultura dell’accoglienza”, che è particolarmente richiesta ai cristiani. E’ quanto afferma il documento “Erga migrantes caritas Christi” del Pontificio consiglio per le migrazioni, firmato il primo maggio dal Papa e reso pubblico oggi.

In un documento la non opportunità di prestare chiese ad altri culti.


Il documento si sofferma in particolare sui problemi che pone la presenza di un numero crescente di persone portatrici di religione e cultura diverse. E’ un fenomeno che riguarda anche l’affluenza di cristiani non cattolici, ma in primo luogo quella in gran crescita dei musulmani.



Considerazione generale nei confronti dei musulmani, è che le comunità cattoliche cerchino di ”distinguere, nelle dottrine e nelle pratiche religiose e nelle leggi morali dell’Islam, ciò che è condivisibile da quello che non lo è”. Sono rapporti che richiedono una mentalità e un atteggiamento di dialogo da parte di tutti; non si tratta però, avverte il Vaticano, di cosa facile. Se la credenza in un unico Dio, la carità e la preghiera uniscono le due fedi, ci sono alcune “divergenze” per le quali la Santa Sede torna ad esortare a grande cautela verso i matrimoni misti con musulmani e ritiene “non opportuno” mettere “a disposizione” edifici sacri per il culto islamico, confermando nella solennità di un documento quanto aveva detto ad AsiaNews mons. Michael L. Fitzgerald, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, sulla non opportunità di permettere alla locale comunità islamica di utilizzare a scopi di culto la cattedrale di Cordoba.Nel documento odierno, se tra le “attenzioni particolari”suggerite ai cristiani che accolgono immigrati di altre fedi, e in particolare gli islamici, il Vaticano inserisce il non prestare edifici sacri per attività di culto, considera possibile che il prestito sia fatto per luoghi di socializzazione o per incontri “fraterni e sociali”.



Da parte islamica, invece, si auspica che “avvenga una crescente presa di coscienza che e’ imprescindibile l’esercizio delle libertà fondamentali, dei diritti inviolabili della persona, della pari dignità della donna e dell’uomo, del principio democratico nel governo della società e della sana laicità dello Stato”. Sembrano essere alcuni dei motivi per i quali il documento invita a particolare cautela nei matrimoni misti, in particolare con i musulmani, soprattutto se la donna e’ cattolica e il fidanzato islamico. La coppia va preparata accuratamente soprattutto alle implicazioni collegate all’educazione dei figli (per l’Islam i figli di padre musulmano sono musulmani) e ai diritti civili della donna secondo la cultura islamica.



A proposito di figli, le scuole cattoliche che accolgono ragazzi di altre religioni sono invitate a non rinunciare “alle loro caratteristiche peculiari e al proprio progetto educativo cristianamente orientato”.



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