Capri. Hotel vietato ai bambini: disturbano troppo

L’esaltazione della sterilità

HOTEL ERODE

Nell’albergo “the best of the world” niente cani, telefonini accesi e… bambini. La chiamano civiltà…

L’albergo peggiore del mondo è un bellissimo albergo di Capri, “La Scalinatella”. I lettori del mensile statunitense “Condé Nast Traveller“lo hanno definito “the best of the world” e tutto fiero del prestigioso diploma il suo proprietario Nicolino Morgano ha rilasciato alla Stampa un’intervista fantastica come un faraglione.
Un’intervista malthusiana. “Il mio paradiso vietato ai bambini”è il titolo dell’articolo dedicato al pensiero teo-demo-alberghiero di questo Signor Erode, firmato da una Signorina Salomè (vero nome Michela Tamburrino) che ci mette del suo, con domande ammiccanti e improvvisi svelamenti, per costruire un pezzo di bambinofobia da manuale. “Segno di enorme civiltà, i bambini non sono bene accetti tanto quanto gli animali e i telefonini accesi”. Non è la prima volta che gli infanti vengono assimilati ai cani, mentre l’analogia coi telefonini mi sembra inedita e preziosa, oltre che indizio di qualche deficienza strutturale: se alla Scalinatella c’è il problema delle suonerie della camera a fianco, chissà che rumore faranno le docce, gli sciacquoni, le televisioni… Niente niente le pareti del paradiso sono di carta velina?
Nicolino, che visto il nome dev’essere stato un bambino perfino lui, magnifica il servizio personalizzato del suo albergo e si vanta di “non dire mai di no al cliente”. Un motoscafo? Non c’è problema. Un elicottero? Il tempo di un giro di pale. Il personale della Scalinatella è attrezzato per rispondere alle richieste più strampalate, però sviene quando sente parlare di biberon. I camerieri non sono autorizzati a rifornire le camere di pannolini ma di pannoloni sì, vista la presumibile età media di una clientela senza figli o con figli grandi disposta a pagare 670 euri per la più economica delle stanze vista mare (per quelle vista giardino è previsto lo sconto: euri 540). I prezzi sono da intendersi per coppia siccome tutto alla Scalinatella è a misura di due senza tre, ragione per la quale viene voglia di parasafrare Gide: “Coppie, vi odio!”. Stanze chiuse, porte serrate, possesso geloso della felicità, e terrazze con vista su un mare blu e freddo come una lapide di marmo brasiliano. La coppia ideale, nella visione del Signor Erode, è una macchina celibe e improduttiva.
L’albergo peggiore del mondo, peggiore dal punto di vista demografico e morale sebbene silenzioso come un cimitero a dicembre, ha solo trenta camere che vanno pertanto prenotate “da un anno all’altro”. Sarebbe un tempo sufficiente per rimanere incinte e partorire un pargolo piagnucoloso ma la coppia-tipo che soggiorna alla Scalinatella non incorre in questi volgari incidenti di percorso. I “turisti esigenti delle classi sociali medio-alte”sembra siano tutti sterili o sterilizzati o usi a copulare frapponendo fra sé e l’altro dosi congrue di ormoni o di lattice. Più nessun “mistero int’a ‘sta notte chiara”: Peppino di Capri va verso i settant’anni e la luna caprese ormai illumina soltanto un romanticismo da consumatori di preservativi e cliccatori di fotofonini. E’incredibile come le parole si trasformino e degradino, arrivando a capovolgere l’accezione originale. Per uno dei suoi inventori, il poeta Novalis che alla Scalinatella non ci avrebbe mai messo piede, romanticismo è slancio verso l’infinito: “Dove ci sono bambini c’è un’età dell’oro”. Pare che a Capri siano in piena età della cenere.
Un giorno, in Piazzetta, Raffaele La Capria si accorse di essere circondato da “facce di pietra, inerti e abbronzantissime”, si prese paura e si affrettò a vendere casa, mentre in via Camerelle gli artigiani locali, produttori di sandali, cedevano le ultime botteghe agli stilisti omosessuali, potenziali buoni clienti del Signor Erode se non fosse per la loro tendenza a colmare i vuoti affettivi con abbaianti carlini (un tempo) e labrador (oggi). E’evidente che l’isola vitale del Golfo di Napoli si chiama Ischia, non a caso famosa per i conigli, animali prolificissimi e perciò doppiamente sgraditi a Nicolino Morgano. Per la Signorina Salomé, la cui idea di civiltà sembra corrispondere a una casa di riposo per vecchi milionari, la presenza di giovani sgambettanti creature è un segno di arretratezza: che i bambini vadano all’inferno oppure in campeggio, che è un po’la stessa cosa. Forse sognando di ricevere in premio, a fine intervista, la testa di un medico antiabortista o di un farmacista obiettore, Michela Tamburrino consente al Signor Erode di sbrodolarsi definitivamente addosso: “Di Scalinatella ce n’è una sola”. Fosse vero, ma non lo è.

di Camillo Langone
Il Foglio 7 novembre 2007