Birra e vino a undici anni: i ragazzi italiani sono i primi d’Europa !

Allarme alcol per i giovani


Secondo l’Istat ci sono 900.000 consumatori sotto i sedici anni. Crescono le donne.
Il fenomeno è in aumento al Sud.

Birra e vino a undici anni: i ragazzi italiani sono i primi d’Europa nella classifica del rischio di dipendenza.


Altro che coca-cola, aranciata e succhi di frutta. I nostri figli, soprattutto quando sono con gli amici, cominciano a bere birra e vino già a undici-dodici anni, guadagnando il triste primato dei ragazzini a più alto rischio etilico dell’Unione europea. E anche le loro mamme e zie, al tè con le amiche, ormai preferiscono un bicchiere di aperitivo.


Il “fascino della bottiglia” aumenta insomma pericolosamente nel nostro Paese, secondo la fotografia dei consumi alcolici nazionali, presentati ieri all’Istituto superiore della sanità, in occasione dell’Alchol prevention day. Secondo dati Istat, infatti, nel 2001 circa 900mila giovani minori di sedici anni consumano bevande alcoliche, 89 mila in più rispetto a tre anni prima. E circa 400 mila abusano di birra, vino e aperitivi, con un aumento delle donne sia tra le teen-ager che in età adulta. Un’altra fonte di preoccupazione è che, mentre è calato il consumo medio individuale, sono aumentate le persone che bevono (37 milioni di italiani) e soprattutto il modo di accostarsi all’alcol.
«Fino a dieci anni fa – spiega infatti Emanuele Scafato, responsabile alcol dell’Osservatorio fumo alcol e droga dell’Istituto – per tradizione si beveva durante i pasti. Oggi, al contrario, gli alcolici vengono separati dalla ritualità del cibo e sono legati invece a un fatto sociale. Cioè, vengono collegati agli effetti sulle perfomance personali, perchè si pensa erroneamente che rendano più sciolti e simpatici». Per le donne, invece, in età adulta l’accostarsi al bicchiere è il rifugio ai problemi quotidiani, ai sogni naufragati di carriera e vita sentimentale, alla solitudine.
Per quanto infine riguarda le zone più a rischio, alle regioni del nord, che per tradizione hanno “gradito” di più gli alcolici, se ne aggiungono anche altre, come la Sardegna, la Sicilia e l’Abruzzo. Con risultati davvero devastanti.


Ogni anno, in Italia, circa 40 mila persone muoiono per l’alcol, vittime di cirrosi epatica, tumori, infarti, suicidi, aborti, incidenti stradali, in casa o sul lavoro. E almeno duecento giovani perdono la vita perchè guidano in stato di ebbrezza, responsabile anche del 50% in genere degli infortuni. A contrasto di tutto questo, partono quindi nel nostro Paese varie iniziative, come un opuscolo dell’Istituto con sei punti per dire “addio” all’alcol, mentre è quasi pronta una guida per i medici di famiglia per aiutarli a riconoscere nei pazienti l’eventuale abuso. E viene potenziato il telefono verde di ascolto-alcol (800632000). Mentre il ministro della Salute Girolamo Sirchia raccomanda: «Non ci si diverte bevendo e socializzare con l’alcol è un modo di vivere molto pericoloso».


Avvenire, 24 aprile 2004