Allarme lanciato dal Vescovo di Treviso

Scuole cattoliche costrette ai mutui

«Abbiamo raggiunto soglie di sofferenza mai registrate prima. Il nostro è un grido di aiuto disperato». Così monsignor Andrea Bruno Mazzoccato, 58 anni, dal 2004 vescovo di Treviso. Il suo è un appello lanciato in difesa delle scuole materne della sua diocesi, vessate da problemi economici che ad oggi risultano insostenibili. Problemi che, se continuano, potrebbero significare la chiusura di scuole che fino ad oggi hanno permesso alla gran parte dei bambini della diocesi di avere un luogo di educazione e formazione fondamentale.
«Nella mia diocesi – continua il presule – il 70% delle scuole materne è in mano alle parrocchie. Un tempo erano gli ordini religiosi che le reggevano. Oggi è la buona volontà di tanti laici che le fa andare avanti con l’aiuto dei parroci. Questi ultimi in continuazione mi chiedono la possibilità di aprire dei mutui bancari per riuscire in qualche modo ad ottenere dei fondi che permettano alle scuole di non soccombere». Per accendere un mutuo presso una banca, infatti, i parroci devono avere il permesso del loro vescovo. E le richieste pervenute sulla scrivania di Mazzoccato sono oggi tantissime.
Il vescovo di Treviso, l’altro ieri, ha approfittato di un convegno della Federazione Italiana Scuole Materne (Fism) per denunciare la situazione. «Il problema – ha spiegato aprendo i lavori del convegno – viene principalmente dalla mancata erogazione dei fondi pubblici. I fondi di per sé ci sono, ma quelli che dovrebbero essere erogati dallo Stato arrivano sempre in ritardo, spesso rateizzati, e nessuno nel trevigiano riesce a utilizzarli per tempo. Quando arrivano, servono esclusivamente per coprire spese precedentemente effettuate. Certo, a fianco dei fondi statali vi sono anche quelli erogati dai Comuni. Questi arrivano con maggiore tempestività ma sono irrisori rispetto al fabbisogno generale. Essi coprono una percentuale minima delle spese che le scuole devono sostenere».
«Da parte dello Stato – ha spiegato ancora il presule – c’è una miopia e se lo Stato dovesse ulteriormente tagliare i contributi alla scuola paritaria, almeno dovrebbe caricarsi di nuove responsabilità». Nel trevigiano la Fism riunisce 286 strutture con diecimila piccoli ospiti. La chiusura di queste scuole provocherebbe un grave impatto sociale. È per questo che il vescovo della Marca – come sottolineano oggi alcuni giornali locali – si stupisce dell’atteggiamento statale. «Dovrebbero apprezzare – ha sostenuto ancora monsignor Mazzoccato – il prezioso servizio educativo svolto da coloro che si occupano dei cuccioli d’uomo. Il nostro è un intervento sostitutivo rispetto a quanto dovrebbe fare lo Stato. È un intervento utile alla collettività, un intervento in tutto e per tutto sussidiario, un intervento che risponde in modo efficiente ad un bisogno comune. E questo lo Stato dovrebbe capirlo».
Un interessamento per rafforzare il contributo statale attraverso una voce nella prossima Finanziaria è arrivato nel corso dei lavori dalla senatrice della Margherita e sindaco di Roncade (Treviso) Simonetta Rubinato. «Il contributo dei sindaci – ha osservato la parlamentare – è fondamentale indipendentemente dallo schieramento politico».
Monsignor Mazzoccato si augura che la sua richiesta trovi presto una risposta nelle istituzioni pubbliche. La situazione, a suo dire, è ben conosciuta anche da diversi parlamentari, ma ciò non significa automaticamente che qualcuno sia disposto a muoversi o a fare qualcosa.


di Paolo Luigi Rodari

Il Tempo 7 agosto 2006