ALLARME: PORTE APERTE AI CLANDESTINI

INCOSCIENTI

IL FAX

Il ministro dell’Interno con un fax “urgentissimo” del 4 giugno scorso ha già chiesto l’applicazione della legge n. 68 del 18 maggio 2007. Da non confondersi con la nuova legge sull’immigrazione intitolata Ferrero-Amato che è ancora in fieri. Questa disposizione del Ministero permetterà a chiunque di girare indisturbato per tutta Europa

CASO UNICO

Nessuno Stato del mondo varerebbe mai una direttiva così irresponsabile da permettere a chiunque di varcare le sue frontiere e sparire senza lasciare traccia

Leggi i commenti di Renato Farina e di Francesco Ruggeri

1)

CIRCOLARE SALVA-CLANDESTINI
SIAMO NELLE MANI

DI INCOSCIENTI


Ecco l’ordine scritto di Amato alle questure di far entrare gli immigrati senza permesso di soggiorno. Intanto i terroristi islamici ci minacciano…

di RENATO FARINA

Tra una settimana la carta intestata visibile qui accanto diventa sacra. C’è scritto “Ministero dell’Interno”. Da quel momento è ufficiale. Cretini subito. Non parliamo solo dei politici dell’Unione. Cretini noi che li lasciamo in sella. Incoscienti in blocco questi ministri che aprono allegri porte e finestre a qualunque delinquente o mascalzone si affacci dalle nostre parti. Il foglio citato contiene disposizioni alla polizia di frontiera. Con tanto di timbro si obbligano le forze dell’ordine a chiudere un occhio anzi due dinanzi a chiunque bussi alla nostra porta. Una sbirciatina al passaporto e via. Chi s’è visto s’è visto. Comincia tra una settimana questa fiera dell’ingresso nel Paese dei Ciula (traduzione: fessi) che siamo noi: tutto facile, gratis e senza controlli. Chiunque, da qualunque Stato e qualsiasi fedina penale abbia, purché abbia un visto turistico o similare, ottenibile in automatico dai nostri consolati, potrà perdersi nei sottoboschi delle città, in piena legalità. Siamo a questo. Non si tratta della nuova legge sull’immigrazione: essa intitolata FerreroAmato è ancora in fieri. A far danni basta e avanza la norma sull’ingresso temporaneo di stranieri. È stata costruita (lo dimostra in altro articolo il nostro Francesco Ruggeri) da una brigata di folli: peccato che ci governano. Ci espone a rischi pazzeschi aprendo varchi favolosi a chi faccia di casa nostra una specie di nido del cuculo, dove posare per disegni di terrore la sua covata di criminali o di terroristi. Nell’ipotesi migliore sarà il Bengodi per furbastri. Siamo i soliti allarmisti? Ditelo a Veltroni a Roma. Fummo sommersi dalle critiche quando prevedemmo, sul finire dell’anno scorso, l’ingresso in massa dei rom provenienti da Bucarest e dintorni, con problemi giganteschi per noi e per loro. Ci hanno dato degli xenofobi. Finché sono stati gli stessi sindaci diessini – dopo averci guardato con commiserazione – a correre in Romania per cercare di bloccare il flusso inesorabile che, tra tutti i Paesi d’Europa, sfocia proprio in Italia. Il perché è ovvio: da noi tutto è consentito. Chi pianta le tende, poi anche se fannullone, perché dovrebbe spostarsi: le sovvenzioni non finiscono mai. È l’ideologia della irresponsabilità travestita da bontà. Rieccoci ora a denunciare questa incresciosa falla legislativa. Lo facciamo sperando che il ministro Giuliano Amato, il quale proprio in questi giorni si è distinto per l’elogio del burqa, si ricordi che è meglio prevenire l’ingresso di potenziali terroristi, piuttosto che essere bravi dopo a scoprire scuole di kamikaze in cittadine sovrappopolate di immigrati musulmani. È stato questo il caso della moschea in provincia di Perugia dove si insegnava ai bambini l’arte del tagliagola e si mescolavano intrugli per bombe sporche. Gli ingressi vanno vigilati al massimo. Logico che debba essere possibile visitare l’Italia per turismo, senza pregiudiziali di religione o di etnia. Le due cose non per forza sono in contraddizione. In America fanno entrare gli studenti, e ci vuole un passaporto leggibile elettronicamente, poi controllano denari, residenza, luogo di permanenza, biglietto di ritorno. Ti fotografano infilandoti la faccia nel loro cervellone e ti prendono le impronte. Invece da noi, basterà l’autocertificazione: sono qui, sono una brava persona, vi garantisco che torno a casa entro tre mesi, se dubitate mi offen- do. La polizia neanche l’impronta del mignolo può chiedere: sarebbe razzismo, guai. Ma andate a quel paese. Anzi, no: perché a noi non ci fanno entrare, solo il nostro è così. Seguiamo il simpatico viaggiatore tipo, inviato qui dalle mafie. Visto turistico. E poi? Ciao, piccirimerlo. Facilissimo buttar via il documento, infrattarsi negli infiniti territori di periferia dove nessun poliziotto osa domandare un certificato. Tra sette giorni, quando entrerà in vigore il documento che vi abbiamo proposto, non ci sarà neanche bisogno di avere un qualsiasi permesso di soggiorno temporaneo, né una residenza, né il nome di chi ti ospita e si prende la responsabilità. In qualsiasi altro Stato prova a ospitare uno straniero, il quale non ritorni a casa sua in tempo utile: ti fanno perdere la voglia di simili scherzi. Da noi, perché mai uno dovrebbe essere leale? Conviene restare e far finta di niente. Nessuno ti può rintracciare. Non c’è foto, non c’è il segno del polpastrello. Oh come siamo furbi, oh come rispettiamo i diritti umani. Ma quale diritto umano è farsi prendere per il didietro? Già adesso nessuno rispedisce a casa i clandestini, ora, con la divulgazione di questa novità da bagonghi, non val neanche la pena di fermarne il flusso. Al massimo si potranno mettere dei semafori, perché quelli che arrivano da Est non si scontrino ai posti di frontiera con quelli che si accalcano da Sud, mica che si facciano male. Che pena. Non c’entra l’amore o la diffidenza per lo straniero o per il diverso. Qui c’entra l’incoscienza pura, con risvolti di involontaria complicità criminale. La voglia di attirarci in casa chiunque è in realtà una politica precisa della sinistra comunista. E Amato-Prodi per tenere buoni costoro si sono attrezzati. La morale? In Italia siamo specialisti nel regalare la corda a quelli che ci impiccheranno. Anche se non la volessero, quasi quasi li obblighiamo a mettercela al collo. C’è una legge voluta dal governo Prodi che oltre alla corda fornisce ai boia, gratis e con tanti complimenti, anche il sapone. Avanti clandestini nel Paese dei deficienti.

Libero 24 LUGLIO 2007

2)


Si entra senza permesso di soggiorno

A giorni sarà approvato un decreto che permette agli stranieri che si dichiarino studenti o turisti di ottenere l’ingresso senza controlli. E per tre mesi non potranno essere espulsi…

di FRANCESCO RUGGERI

D’ora in avanti niente più sbarchi abusivi e traversate di fortuna: i clandestini arriveranno sulle nostre coste in prima classe, travestiti da turisti, per poi dileguarsi nelle nostre città. Senza neppure chiederci il permesso, e senza rischiare l’espulsione per i primi 90 giorni. In un silenzio mediatico assordante, tra poco più di una settimana gli aspiranti immigrati irregolari extracomunitari potranno infatti entrare in Italia liberamente, con solo gli spiccioli in tasca. E da qui, altrettanto liberamente, raggiungere qualunque altro Paese dell’Europa a 15. Protetti da una nuova legge del governo Prodi le cui modalità attuative, attese a giorni con decreto ministeriale, daranno il via effettivo a una paradossale autocertificazione degli ingressi da parte degli stessi extracomunitari. Inclusi quelli di nazioni a rischio terrorismo. Più che di una rivoluzione nella lotta all’immigrazione, si tratta di una bomba atomica, destinata a neutralizzare le politiche di prevenzione. A partire dal contestuale venir meno delle norme sulla raccolta di impronte, foto segnaletiche e obbligo di denuncia dell’ospitante.

NESSUN CONTROLLO

Finora, secondo la Bossi-Fini, qualunque straniero intenzionato a soggiornare in Italia doveva richiedere un permesso di soggiorno, in questura o prefettura. Dove decidevano se, a chi e per quanto concederlo, con un occhio alle quote. Ma in base alla neonata legge n. 68 (da non confondere con la Amato-Ferrero), «lo straniero che si trattiene sul territorio nazionale non oltre i 3 mesi per motivi di visite, turismo o affari» è obbligato soltanto a «dichiarare la propria presenza al momento dell’ingresso all’autorità di frontiera», che si limita a prenderne atto. A beneficiarne non saranno ricercatori o manager, come si augurò la Bonino. All’estrema vaghezza dei termini “visite o turismo” può appigliarsi ogni migrante del pianeta, prima di sbarazzarsi dei documenti ed entrare in clandestinità. Pare inoltre soccombere giocoforza il riferimento a rilievi fotodattiloscopici nel caso di permessi per turismo e l’articolo 7 sull’obbligo di denuncia dello straniero da parte dell’ospitante italiano. Questo prevede in sintesi il telegramma “urgentissimo” spedito il mese scorso dalla direzione centrale immigrazione del ministero dell’interno al personale in servizio. In teoria il provvedimento aveva efficacia immediata, tuttavia mancava il decreto per specificare le modalità della dichiarazione di presenza: in particolare il modulo per compilarla. Cosicché, per ora, i presunti turisti extracomunitari han continuato a rischiare l’espulsione. Il decreto sarebbe però in dirittura. Questione di giorni, dicono al Viminale. E d’un balzo torneremo a un regime analogo al T.U. del ’31, quando per stare in Italia bastava autodichiararlo. Il permesso di soggiorno serviva proprio a scremare in seconda battuta la fiumana di ingressi. Alla luce dello scarso deterrente del visto, rilasciato quasi in automatico. Eppure nemmeno su questo fronte si può sperare in regole inasprite. I requisiti per la concessione del visto sono fissati dall’accordo di Schengen: in concreto lo si può negare solo a individui già dichiarati pericolosi per l’ordine pubblico o la sicurezza nazionale. Peccato che i criminali/terroristi abbiano il brutto vizio di non svelarsi in anticipo, come dimostrano gli arresti di Perugia. L’altro requisito consiste nel «disporre dei mezzi di sussistenza per durata del soggiorno e viaggio di ritorno». La “Tabella per la determinazione dei mezzi di sussistenza per l’ingresso turistico” si trova sul sito della Polizia: a un singolo bastano 269,6 euro per dimostrare di essere un turista, se promette di non fermarsi oltre i 5 giorni. Ma bisogna credergli sulla parola. Quanto al biglietto di ritorno, non farà problema: una poltrona sul traghetto di lusso Majestic (Grandi navi veloci) rotta Palermo-Tunisi costa 44 euro. I low cost per Ciampino o Orio, anche meno. Insomma con poco più di 300 euro si entra nella fortezza Europa, e senza rischiar la vita sulle carrette del mare. Mentre il passaggio di un trafficante costa fino a 5mila dollari. Per giunta, come recita l’articolo 19 dell’accordo di Schengen, «lo straniero titolare di un visto nel territorio di uno dei Paesi contraenti, circola nel territorio di tutti». E in realtà è stata proprio una direttiva europea, la 109/2003, a imporre la cancellazione nello spazio Ue dei permessi per soggiorni brevi.

L’ESEMPIO FRANCESE

Altri Paesi si sono comunque adeguati meno supinamente. Ad esempio, in Francia Sarkozy ha varato una legge che restringe le maglie per l’ottenimento del visto, vincolandolo al parere del console francese nella nazione del richiedente, e insieme obbliga gli immigrati “brevi” a firmare un contratto d’accoglienza e integrazione basato sulla formazione civico linguistica. Inoltre, in Italia le espulsioni sono in gran parte fittizie: corrispondono alla mera consegna del foglio di via, non all’accompagnamento alla frontiera o al rimpatrio. In totale, su 119.923 stranieri che nel 2005 hanno ricevuto ordine di lasciare l’Italia entro 5 giorni, i rimpatriati son stati il 45,3%. Gli altri sono ancora qui, in attesa di sanatorie o di un permesso tarocco: lo scandalo alla prefettura di Milano è di queste ore. D’altronde, già oggi il 64% degli irregolari giunge in Italia in modo legale, diventando “overstayer” alla scadenza del permesso. Con le nuove norme, la cifra non potrà che salire. Grazie anche alla campagna “Immigrazione informata”, lanciata dal ministero per far conoscere ai potenziali fruitori la possibilità di entrare in Italia senza sforzo. www.laltrogiornale.com

Libero 24 LUGLIO 2007